Grazie a una pista ciclabile ecofriendly, anche a Roma è giunto il tempo, come intona una memorabile canzone di Riccardo Cocciante, di “passeggiare in bicicletta, pedalando senza fretta”. E sarà una pedalata veramente speciale perché una pista ciclabile che nasce dai rifiuti, trasformando un problema in risorsa, ancora in Italia non si era vista. E in effetti di solito notizie come queste arrivano dall’Olanda, paese sicuramente all’avanguardia nella civiltà ciclistica, mentre per una volta è la capitale d’Italia a ospitare l’innovativa pista ciclabile. Lunga circa cinquecento metri, sotto il lungotevere Oberdan, questa innovativa pista ciclabile è una «prova» di quel che si può fare riciclando la frazione espulsa dal trattamento organico e biologico che ora va in discarica. Questo primo esperimento, che ha come peculiarità l’utilizzo di una pavimentazione green e high-tech studiata ad hoc per una pista ciclabile, è nato dalla partnership tra Iterchimica e Ama, detentrice in esclusiva del brevetto per la realizzazione del materiale, l’eco-asfalto, realizzato appunto da quella frazione organica dei rifiuti indifferenziati che a Roma rappresenta il 57% del totale. Il tratto di pista ciclabile, in precedenza caratterizzato da una pavimentazione sconnessa, è stato individuato grazie alla collaborazione di BiciRoma (il movimento nato in seno alla onlus Associazione Due Ruote d’Italia), presente con alcuni soci giunti in bicicletta all’inaugurazione. Tra di loro Roy, disabile con la bici-carrozzina che spinge con i bastoni: «Finalmente un bella pista ciclabile, ora bisogna pensare a sistemare la zona della Magliana, pericolosa per le buche e la vegetazione folta che toglie la visibilità». Un primo esperimento che potrebbe replicarsi in altre zone di Roma, ad esempio la pista ciclabile da programmare nel centro storico. La miscela ottenuta senza trattamenti chimici o termici ma attraverso una mescola “a freddo”, è infatti adatta al risanamento ambientale e può essere utilizzata in siti idonei per il recupero sostenibile. Invece di finire in discarica la Fos, la frazione organica stabilizzata in uscita dagli impianti Tmb (Trattamento meccanico biologico), potrà essere trasformata in una base per strade, piste ciclabili, parcheggi, scarpate delimitanti autostrade e binari di ferrovie. «Siamo particolarmente soddisfatti dei risultati che sta portando questa collaborazione pubblico privato con Ama Spa – ha dichiarato Federica Giannattasio, amministratore delegato di Iterchimica -, noi abbiamo da sempre posto particolare attenzione allo sviluppo di tecnologie e processi a basso impatto ambientale, sviluppando, nei nostri cinquant’anni di storia, un know-how specifico in termini di rivoluzione green nel settore».
Green e circolare
La donazione della pista ciclabile è un esempio di economia circolare che può diventare un modello replicabile in altre zone di Roma e in altre città. Grazie ai suoi additivi di ultima generazione, interamente messi a punto e prodotti in Italia, per l’appunto da oltre mezzo secolo, Iterchimica è infatti in grado di consentire pavimentazioni stradali con percentuali altissime di asfalto riciclato (fino al 100%), abbassando le temperature di lavorazione, con un conseguente risparmio di energia e riduzione dei vapori bituminosi, aumentando di quasi il doppio la vita delle pavimentazioni grazie a speciali polimeri. In pratica si produce una biomassa minerale (Mineralized Biomass) che consente il recupero della Fos, e soprattutto, alleggerisce quei rifiuti che sono destinati alle discariche, tipo Malagrotta, andando sempre di più in una direzione opposta.
I costi della pista ciclabile green
La pista ciclabile di Roma costituisce un esempio unico di riqualificazione ragionata e di innovazione green dedicato ai cicloamatori. «I costi sono di circa 60-70 euro per metro lineare, ovvero più o meno 35 euro a metro quadrato e questo costo può essere ulteriormente abbattuto usando il sottomanto riciclato dai rifiuti», ha dichiarato Daniele Fortini, presidente di Ama. «L’asfalto in questo modo ha una durata di cinque anni», ha detto ancora Federica Giannattasio, aggiungendo: «Ma dipende anche dagli agenti atmosferici, in questo caso dalle esondazioni del fiume Tevere. In ogni caso con buone pratiche di produzione e di stesa e grazie al contributo determinante degli additivi, l’asfalto per piste ciclabili, strade e parcheggi può durare almeno il doppio del tempo senza danneggiarsi. E lo stesso vale per le buche». «Sulla pista ciclabile di Monte Mario dopo otto mesi si sono create le buche perché il materiale non era adatto» racconta infatti Fausto Bonafaccia di BiciRoma. «La collaborazione con Iterchimica è molto importante – ha dichiarato ancora Fortini – in quanto la condivisione delle reciproche conoscenze e competenze tecnico-scientifiche, sostenute in entrambi i casi da brevetti e know-how specifici, permetterà di sperimentare adeguatamente nuovi prodotti sostenibili e green. Rientra in questa ottica anche lo sviluppo del ‘tecnosuolo’, che consentirà di recuperare la Fos, una frazione di rifiuto che, purtroppo, attualmente finisce in discarica. Con lo sviluppo del brevetto, Ama potrà sottrarre materiali al costoso smaltimento in impianti terzi fuori Roma, pianificando un più proficuo utilizzo di oltre 90mila tonnellate/anno di frazione organica stabilizzata in uscita dai propri impianti. L’obiettivo futuro è di attivare una linea di produzione per permetterne l’utilizzo in tutte le possibili attività di risanamento ambientale». Strade, piste ciclabili, parcheggi, scarpate delimitanti autostrade e binari di ferrovie: la Fos non è trattata con sistemi chimici o termici ma attraverso una mescola «a freddo», ed è adatta al risanamento ambientale diventando un utile base per l’asfalto. Il tratto di pista ciclabile è stato l’occasione per «testare» la soluzione di Iterchimica per un asfalto colorato green e valutare successivamente la sua compatibilità con il «tecnosuolo», la miscela brevettata da Ama. Alla fine della sperimentazione e sulla base di sviluppi nella normativa, il prodotto Ama potrà costituire lo strato inferiore per questo genere di pavimentazioni.
Altre piste in cantiere
«Sono in cantiere altre piste — ha infine aggiunto Fortini — e già se ne stanno realizzando in tutti i municipi, nel primo, ad esempio, si sta lavorando a un riadattamento di 200 metri di pista ciclabile. Appena si insedierà la nuova amministrazione ci sarà un programma di collaborazione con i municipi». Fausto Bonafaccia, presidente di BiciRoma, ha parlato di un «esempio di tecnologia pulita ed ecosostenibile. Aumenta anche la sicurezza, perché prima c’era uno scalino pericolosissimo dopo due discese. Oggi abbiamo un avvicinamento agli standard di altre capitali europee dove le amministrazioni investono somme ingenti per le ciclabili». La presidente del primo Municipio, Sabrina Alfonsi, ringraziando l’assessore all’ambiente Anna Vincenzoni, ha invece dichiarato: «Quando due aziende leader nei loro settori si uniscono e mettono insieme le competenze escono dei risultati positivi e molto interessanti, questa è la prova». Invece di finire in discarica, dunque, la Fos da ora in poi potrebbe essere riutilizzata e trasformata in una base per strade, piste ciclabili, parcheggi, scarpate delimitanti autostrade e binari di ferrovie. E naturalmente lo stesso vale per la riparazione delle buche, che se fatta a regola d’arte, può essere duratura e non solo una soluzione temporanea.