L’Italia è il primo Paese al mondo per uso dell’energia solare. Proprio così: il nostro è il paese dove l’energia solare copre ben l’8% dei suoi consumi energetici. Lo rivela un rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea), organizzazione intergovernativa dell’Ocse. Dopo anni di incentivi, dunque, i pannelli fotovoltaici sembrano essere oggi una meravigliosa realtà e producono ben l’8% dei consumi energetici degli italiani. Sono dati che confermano la posizione di rilievo del nostro paese non solo nel campo dell’energia solare, ma anche in quello più ampio dell’energia pulita. Ma la realtà è che questo successo è dovuto alla rendita di posizione accumulata con lo sforzo compiuto soprattutto tra il 2007 e il 2012. Oggi invece gli incentivi sono purtroppo drasticamente ridotti, anche se il governo sembra intenzionato a portare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (dall’attuale 43% al 50% nei prossimi anni). Le rinnovabili hanno toccato un picco di produzione elettrica nel 2014, e abbiamo da tempo una leadership storica nel campo della geotermia, il fotovoltaico, come detto, è all’8% della quota elettrica. I dati quindi parlano chiaro:
La classifica dei virtuosi
Il rapporto dell’Iea “Snapshot of Global PV Markets” mette in luce, in generale, come non solo l’Italia sia il paese che più di tutti sfrutta l’energia solare, ma anche una positiva crescita globale del fotovoltaico, pari a 50 GW nel 2015. La crescita maggiore è stata in Cina, seguita da Giappone, Usa, Ue e India. Per essere più precisi, però, nonostante la crescita di alcuni paesi, se parliamo di “classifica” come detto in Italia l’8% dei consumi è coperto dal fotovoltaico, ma in graduatoria per maggiore utilizzo di fotovoltaico seguono la Grecia 7,4%, la Germania 7,1%, il Belgio e il Giappone (4%), poi abbiamo la Bulgaria, la Repubblica Ceca e l’Australia (intorno al 3,5%). La Cina nonostante la crescita è ancora solo ventunesima, con solo l’1% del fabbisogno coperto dall’energia solare e gli Usa sono al venticinquesimo posto con meno dell’1%. Per d
Il Patto dei sindaci
A sostegno delle rinnovabili in Italia, di recente è stato siglato un protocollo d’intesa tra la regione Sicilia, le Università siciliane, il Cnr ed l’Enea, a Palazzo D’Orleans, a Palermo. «Il Patto dei sindaci sulle energie rinnovabili rappresenta un’opportunità soprattutto per l’economia della Sicilia. Gli investimenti previsti superano i 4 miliardi di euro. Queste risorse possono innescare un effetto domino con importanti ricadute per l’occupazione, con la creazione di nuovi posti di lavoro, e per il Prodotto interno lordo. Secondo prime proiezioni il piano di investimenti dovrebbe contribuire a una crescita di 2-3 punti percentuali del Pil in Sicilia e generare tra i 60 e i 75 mila nuovi posti di lavoro nei prossimi anni». Lo dice il presidente della commissione Territorio e Ambiente dell’Assemblea regionale siciliana, onorevole Mariella Maggio, riferendosi agli effetti derivanti dall’adesione di 355 comuni siciliani al Patto dei sindaci (appunto il protocollo d’intesa per l’efficienza energetica e utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili a livello locali siglato con le Università di Palermo, Catania, Messina ed Enna, con l’Enea e con il Cnr): «Investire in ricerca, energie rinnovabili, ha aggiunto, proietta la Sicilia nel futuro. La produzione di energia da fonti rinnovabili deve diventare volano di sviluppo, crescita e strumento per favorire la creazione di nuova occupazione».