Nei giorni scorsi alla Fortezza di Montepulciano si è parlato del legame tra riciclo e green economy, nel corso della giornata di studio sul tema “Economia Circolare – Sostenibilità, riuso, green jobs”, un evento organizzato dall’associazione Terre Comuni e dalla società Qualità e Sviluppo Rurale, con la partecipazione dell’Amministrazione comunale di Montepulciano e il patrocinio dell’Unione dei Comuni della Valdichiana Senese.
Lineare vs circolare
Negli ultimi tempi si parla e si legge spesso di “economia circolare”, ma sono ancora pochi quelli che ne conoscono il reale significato. Il concetto è semplice: invece di essere progettati per procedere in maniera lineare, i prodotti di consumo devono essere dotati di una vita “ciclica”, che va ben oltre il comune concetto di Riciclo, quello con la R maiuscola; perché proprio con la lettera R cominciano le azioni che costituiscono il cuore dell’economia circolare: ripensare, ridurre, riusare, riciclare, recuperare le risorse. Questo perché oramai il modello lineare di economia su cui si è fondata per decenni la crescita economica dei Paesi occidentali è sempre più criticato anche dagli economisti, che ne predicono un’inesorabile e lenta decrescita.
In un mondo sempre più a corto di risorse e sommerso dai rifiuti, sembra diventare fondamentale quindi l’idea di progettare oggetti prevedendone sin dall’inizio il loro riutilizzo, una nuova “seconda vita”. Una migliore progettazione del prodotto diventa infatti essenziale per facilitarne il riciclaggio, e consentire la fabbricazione di prodotti più facili da riparare o più durevoli permette il risparmio di risorse preziose, promuovendo l’innovazione e offrendo ai consumatori prodotti migliori e meno costosi da usare.
L’arte del riciclo
Un recente progetto fotografico del belga Paul Bulteel, “Cycle & Recycle” (Ciclo e riciclo), aiuta ad avvicinarsi alla questione del riciclo con uno sguardo nuovo: il fotografo infatti ha realizzato il suo libro di fotografie spinto dall’aver vissuto in una regione che sembra aver affrontato con successo il problema dei rifiuti. Il Belgio vanta infatti uno dei più alti tassi di riciclo nel mondo: l’80% degli imballaggi sono recuperati e trasformati in nuovi materiali riutilizzabili.
Dal momento però che gli attuali segnali provenienti dal mercato non sempre sono sufficienti alle aziende affinché questo si verifichi, è necessario iniziare a prevedere incentivi per invogliare i consumatori. Il francese Serge Latouche, ex economista e filosofo teorico della decrescita felice e dell’abbondanza frugale, “che serve a costruire una società solidale”, ha teorizzato l’idea della decrescita serena come sola e unica possibilità per il futuro. Si comprende quindi come a questo punto il problema diventi unicamente quello di promuovere un cambiamento nella mentalità dei consumatori, informando e insegnando a prediligere la cultura del riutilizzo e della condivisione rispetto alla singola proprietà. Senza questo cambio di mentalità, probabilmente ogni tentativo di passare a una nuova forma di economia rimane vano.
Riciclo e sviluppo sostenibile
Anche di questo a Montepulciano, culla delle riflessioni sulla rivoluzione produttiva del futuro, si è parlato, spiegando il concetto di economia circolare, nel corso di due sessioni, la prima “Sviluppo sostenibile: valori, obiettivi e strumenti legislativi”, la seconda “Innovazione ed economia circolare: le buone pratiche”.
A fare gli onori di casa è stato il sindaco di Montepulciano, Andrea Rossi, che ha affermato: “L’economia circolare sarà il futuro modello economico per i paesi sostenibili e Montepulciano, con tutta l’area della Valdichiana, ha già messo in atto politiche e buone pratiche che vanno nella direzione tracciata dall’economia circolare, mi riferisco all’adesione dei comuni al Patto dei Sindaci, alla determinazione delle emissioni di CO2 del Vino Nobile di Montepulciano da compensare con le azioni messe in campo da questa amministrazione e alla progettazione di una mobilità sostenibile che consenta spostamenti eco-compatibili nell’intero territorio della Valdichiana. La grande sfida per il futuro consisterà proprio nel realizzare azioni che riducano l’impiego di risorse energetiche, producano meno scorie e rifiuti e realizzino un maggior grado di innovazione”.
Volendo ulteriormente semplificare il concetto, quindi, l’economia circolare è un modello che si basa sull’imitazione della natura, dove nessun rifiuto resta sprecato, ma viene reintrodotto nel sistema a beneficio di qualcos’altro. In questa semplificazione, la differenza sostanziale con l’economia classica è appunto il riciclo che, rimettendo in “circolo” i materiali di produzione, crea un “anello” chiuso tra produzione e consumo.
L’evento, di carattere nazionale, è stato caratterizzato dalla presenza delle istituzioni, anche perché le norme di legge sui temi della sostenibilità, del riuso e dell’economia verde influenzano il lavoro di imprese, ricercatori e amministratori pubblici. Il confronto sulla loro applicabilità ed efficacia diventa essenziale e necessario per individuare eventuali criticità o modifiche da portare. Lo sviluppo sostenibile coinvolge infatti molti soggetti e richiede di conciliare diversi, e talvolta opposti, valori e obiettivi. Da non sottovalutare poi il fatto che l’economia circolare, oltre a essere un valore aggiunto per l’ambiente, dà nuove opportunità di crescita con la creazione di nuovi posti di lavoro e possibilità di risparmio per le imprese. Secondo il sito della Commissione Europea, infatti, la prevenzione dei rifiuti, la progettazione ecocompatibile, il riutilizzo e misure analoghe possono generare risparmi netti per le imprese europee pari a 600 miliardi di euro, parliamo dell’8% del fatturato annuo, riducendo allo stesso tempo l’emissione di gas a effetto serra del 2-4%.
A Montepulciano si è dunque cercato di dare un contributo a questo dialogo, a fronte dell’importante lavoro che sta facendo il governo e dell’adeguamento alle normative comunitarie. Alla base della rivoluzione produttiva rappresentata dall’Economia Circolare, quindi, concetti semplici, mutuati anche dai cicli organici: rifiuti zero, energie rinnovabili. Il punto, infatti, non è più solo il produrre meno o sprecare meno, ma il ripensare totalmente al ciclo dell’economia, e quindi alla produttività, in modo diverso, più simile a quello dei cicli naturali.